sabato 19 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 7, Luna Incostante



Eccolo l'ultimo graffio della settimana a 7 pollici...ho aspettato il fresco serale per farmi coraggio nella elaborazione del post...per voi c'è in sharing un bel lavoretto dei....



LUNA INCOSTANTE




Questa band se ricordate è già finita con un paio di brani su questo blog (con la compilation RadioAzioni). Torno a riparlarne meglio e a condividerne qualcosa come promesso (proprio in quell'occasione).

I Luna Incostante sono stati una band molto importante dell'underground torinese (questa volta lo specifico meglio!). Partono con una prima formazione ad inizio anni 80 come Nickelcat (producendo in questa fase soltanto un demo) e poco dopo assumono il loro nome definitivo per portarlo avanti fino al 97 (anno in cui si rintracciano le ultime orme del progetto).
Cambieranno molte volte componenti e stile musicale, e l'unico costante motore della band sarà Valerio Bianco, il brillantissimo vocalist della band, autore anche dei testi.

Già nel loro primo periodo riuscirono a farsi notare abbondantemente, tant'è che furono invitati a partecipare con un brano alla mitica compilation 'Ti Dico Demo' del 1985, dove si affacciarono per la prima volta in una produzione di qualità alcune delle band più significative del movimento wave torinese.
In questi esordi i Luna Incostante impressionarono con un vibrante e ben curato rock wave (molto post-punk anche), in grado di suscitare gli elogi di molti (anche sulle riviste/fanze dell'epoca).

Purtroppo durante gli anni 80, nonostante queste ammirevoli doti, non fu concessa loro la possibilità di andare oltre la semplice auto-produzione. Produssero molti nastri e suonarono dove poterono (anche splittando palchi con band più in vista, più fortunate magari nel poter fare anche qualche disco).

Sul finire degli 80 nel sound si fecero più alternative (anche i due brani su RadioAzioni ne sono una prova) e cominciarono a sondare un gusto più neo-prog (grazie soprattutto all'inserimento del flauto nel quadro compositivo, suonato proprio da Valerio Bianco).
Da qui partì per loro la fase di maggior 'successo' (quel che non colsero immeritatamente nel periodo più wave) che vedrà i Luna Incostante, con una formazione consolidata, riuscire finalmente a giungere per ben due volte all'agognato disco (sempre con la Mellow Records, faro produttivo del movimento neo-prog italiano ed internazionale negli anni 90).

In tempi recenti la band è tornata in auge grazie ad una compilation prodotta nel 2013 dalla Spittle Records, associata al libro di Federico Gugliemi 'Noi Conquisteremo La Luna', con all'interno un loro pezzone ('Anni Spezzati') proveniente dal primo periodo del gruppo, quello più post-punk..se vi capita trovatevela...

Per voi qui c'è il loro unico disco realizzato negli anni 80...



'La Provvidenza (7'' 1987)'



E' il primo sette pollici del lotto settimanale ad avere al suo interno più di due brani. Un dischetto che ho cercato molto e che alla fine sono riuscito ad ascoltare (e non mi ha deluso..).
Ha una storia particolare questo lavoro e la racconta bene sul suo blog Maurizio 'Mefi' Arietti: http://theamazingmefi.blogspot.it/search/label/Mefi%20Records  .
In pratica proprio questo ex-componente della band arrivò a curare la produzione del disco: ecco perchè sopra ho forzato il discorso parlando di auto-produzione per tutti gli anni 80...

La Mefi Records curò questo lavoro in un modo davvero esemplare (dall'artwork fino alla veste grafica del disco), facendo le prove per la loro seconda ed ultima produzione (progetto produttivo di breve corso ahimè): quella di uno dei primi dischi dei Sick Rose --> una delle band di culto del garage punk italiano anni 80 (la Mefi ha fatto in tempo a mettere uno zampino nella storia del rock alternativo nazionale in pratica).

Su questo godibilissimo 7 pollici si condensò la grande qualità musicale dei Luna Incostante di quel periodo: nel lato A venne inserita una cover di 'I Heard It Through The Grapevine' (partendo da un arrangiamento dei Creedence), decisamente gradevole e ben fatta (con un finale post-punkizzato); nel lato B compaiono invece due ottime composizioni della band: 'Iene, Scimmie e Pappagalli' (con un'atmosfera tesa e un testo molto ispirato) e 'Quintetto -Ovvero la Speranza-' (con un ritmo più energico, tra ancoraggi rock wave ben saldi nell'andamento complessivo e riferimenti alternative rock che a me sembrano molto alla U2).

Un lavoro che magari qualcuno aveva già adocchiato e che ora giunge alle orecchie di quanti hanno vecchia e nuova costanza nel seguire questo blog...buon ascolto !


Special 7 Inches Week --> Day 7, description in english: Last work of the sequence with the band Luna Incostante (Turin, Piedmont region 1980-1997). A very good ensemble with a long career, a true starring of the important wave movement of their zone. They started as a post-punk/wave group, at the end of the 80s they become alternative and in their 'most famous' period (with 2 records with the label Mellow Records) play a suggestive neo-prog. Here, with this rare 7 inches, we find the band in their late post-punk period, with the first alternative rock applications (following the lessons of bands such U2). In the first side a very good cover of 'I Heard It Through The Grapevine' --> following the version of The Creedence (with a very good final, fondamentally post-punk); in the B side 2 compositions of the band: 'Iene, Scimmie e Pappagalli' (with a tend rhythm) and 'Quintetto -ovvero la speranza-' (very agitated).

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/0Qf7cD-gce/Luna_Incostante_7-1987.html


Tributi anche per quest'oggi ad F.d.P. per la condivizione, qualche osanna di massima stima a chi incarnò i Luna Incostante and (at end!) un ringraziamento a quanti  stanno bonariamente apprezzando i miei sforzi su questo blog (che forse, visto il caldo, manderò in naftalina per un po' di giorni..).

Saluti.



venerdì 18 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 6, A.C.T.H.



In mezzo a questo caldo spero gradirete un po' di roba tosta e ben ritmata (per tirarvi su' diciamo...)...per la sesta condivisione della settimana a 7 pollici ci affidiamo ai the...



A.C.T.H.




Gli A.C.T.H. sono stati forse la punk rock band veronese più in vista negli anni 80. Furono fondati (nel 1983 circa) da Pierluigi Marchi (come vocalist), Gianluca Zingarlini (chitarrista, col cantante l'unico che sarà sempre presente per tutta la durata del progetto), Romi Ferretti (bassista, lo stesso che dall'89 avrebbe lasciato per entrare nei modenesi Rats) e Guido Pesaro (batteria). 
Videro alternarsi diversi elementi nella line up e riuscirono in un arco di carriera piuttosto lungo a ricavarsi una notevolissima visibilità. 
Data la loro valenza musicale, riuscirono anche a compiere un vero e proprio tour (nell'86) in Spagna e in terra basca (dove fiancheggiarono la locale aspirazione indipendententista). Roba mica da tutti..

Fecevano un punk rock molto combattivo, debitore di varie influenze: punk 77, post-punk, proto-punk, combat rock alla Clash etc... 
Produttivamente furono molto prolifici per circa tre lustri (dall'85 -col primo demo- al 99), parteciparono a diverse compilation (soprattutto di area punk/hardcore) e riuscirono a fare diversi dischi (due dei quali osannati dalla critica specializzata dell'epoca: 'Ultimo Party' -1987- e 'Iguana' -1990).

Oggi gli A.C.T.H. suonano occasionalmente in alcune date senza aver perso un briciolo della loro carica (qui per seguirli: https://www.facebook.com/pages/ACTH/173926272139 )...di recente hanno anche realizzato un Greatest Hits (nel 2014)...se volete farvi un'idea sul loro sound, ecco per voi in agevolazione un 7 pollici proveniente dal loro primo e agguerritissimo periodo....


 'Soli Si Muore (7'' 1988)'



Rispetto alla primissima formazione qui assistiamo ad uno dei primi cambi della guardia nella line up: troviamo infatti già Lelio Maira alla batteria al posto di Guido Pesaro. Ovviamente anche con questo avvicendamento restò intatta la loro potenza sonora...

Riguardo ai due brani del disco c'è da segnalare la presenza di una cover di Patrick Samsom (assolutamente vulcanizzata nel ritmo) e il fatto che la band provasse qui a definire il proprio sound come power pop (pop potente). Non temete quest'ultimo termine però, i risultati furono abbondantemente punk rock (con spruzzatine garage magari), della migliore risma ! Buona riemersione dal caldo con i decibel degli A.C.T.H. ..


Special 7 Inches Week --> Day 6, description in english: Hello guys and girls, today a rare release form the punk wave band the A.C.T.H. (Verona, Veneto region 84-99). They were the most notable punk rock band of their city and they produced a really good number of records from the middle of the 80s. Their sound is a mix of different influences: punk 77, post-punk, proto-punk, combat rock clash oriented etc..The 2 very good tracks of 'Soli Si Muore' (1988) are a perfect example of their style (here a bit influenced by garage rock too).

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/K9qvCzNnba/ACTH_7-1988.html


Ringraziamenti ad F.d.P. per la condisione e a domani per l'ultimo appuntamento settimanale..

Saluti.



giovedì 17 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 5, Kind of Cthulhu



Quinta proposta della settimana 7 inches...questa volta entriamo dritti dritti nella sezione sperimentazioni wave... e lo facciamo con i........



KIND OF CTHULHU




Eccoci al cospetto di un interessante progetto parmense che sembra esser stato attivo soltanto nella seconda metà degli 80 e che sorse in estrema simbiosi col collettivo elettro-industriale Tomografia Assiale Computerizzata ( http://it.wikipedia.org/wiki/Tomografia_Assiale_Computerizzata_%28gruppo_musicale%29 / http://www.neurohabitat.it/NeuroHabitat/T.A.C._bio.html ). 
I Kind of Cthulhu presero il nome dal noto ciclo di racconti scritto da Lovercraft e dedicato ad una deità mostruosa chiamata proprio Cthulhu ( http://it.wikipedia.org/wiki/Cthulhu ). Un nome che, già da solo, descrive in una chiave aprioristica i propositi ideologico-compositivi di questa band...abbastanza oscuretti.

Il quartetto base del progetto (presumibilmente quello in foto) fu il seguente: Andrea Ascenso polistrumentista/voci, Antonio Menozzi polistrumentista/voci, Marco Cattabiani synth/effetti, Mario Mascitelli percussioni. Ad essi nelle realizzazioni si sarebbero aggiunti od avvicendati altri musicisti: il sassofonista Massimo Colonna, la violinista Paola Sartori, la clarinettista e vocalist Patrizia Mattioli, Andrea Azzali et altri.

In che cosa consistette la musica dei Kind of Cthulhu? L'atmosfera complessiva del loro stile musicale si indirizzò su terreni piuttosto darkeggianti, anche se la mission prevalente sembra esser stata la speriementazione a tutto tondo.
La loro musica era un tentativo (decisamente riuscito) di miscelare diversi sound tra loro: post-punk, avant-prog, neo-folk (con rimandi medievaleggianti), musica elettronica, industrial e new wave (questi almeno i rintracciamenti principali..).

Riusciurono a fare due dischi con la Azteco Records gestita da Simon Balestrazzi dei T.A.C...ovviamente tra questi vi tocca il loro 7 pollici d'esordio vinilico...



'Who'm I ? (7'' 1986)'



Ora, subito mi direte che la copertina vi sembra un po' strana per un disco, avete ragione, di solito sono quadrate per contenere un cerchio in spessore...questa però è una copertina atipica: il disco infatti fu racchiuso in una specie di quadernotto rigido con dentro, associato al 7'', un libricino in bella grafica (consultabile ahimè soltanto qui: http://www.discogs.com/viewimages?release=1115799 ). Sperimentali anche in questo...

I due brani compresi in questo 7 pollici ci consentono di assaggiare bene l'originale proposta musicale dei Kind of Cthulhu; entrambi i pezzi, quasi interamente strumentali, si differenziano per la prevalenza di genere: il primo con un andamento più new wave (grazie alla centrale presenza del basso e al ritmo della batteria) con rimandi prog (grazie ad un certo uso della tastiera) e industrial; il secondo con un impianto decisamente neo-folk (fin dall'intro) grazie all'uso del flauto e delle percussioni (con condimenti rumoristici vari anche qui). I brevi cantati inseriti mi ricordano i Virgin Prunes..

Dopo questo lavoro arriveranno a fare un intero Lp (descritto/un tempo condiviso qui: http://ilgolpeeluva.blogspot.it/2011/03/kind-of-cthulhu-wadjiwing-azteco-1987.html ) dove avrebbero espresso ulteriormente (coadiuvati) la loro vena sperimentale.

Un sound per chi ama le cose inusuali. Buon Ascolto...


Special 7 Inches Week --> Day 5, description in english: hi international people, the current shot is for experimental wave lovers. We can find today a work from the original ensemble Kind of Cthulhu (Parma -Emilia Romagna region-, second half of the 80s), a rare 7 inches recorded in 1986 by the short lived label managed by Simon Balestrazzi (musician/vocalist of the industrial collective Tomografia Assiale Computerizzata http://www.neurohabitat.it/NeuroHabitat/T.A.C._bio.html ). The 2 tracks represent very well the original mixture of sounds built by the band: post-punk, new wave, industrial, neo-folk & avant-prog.


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/BnRTEep-ce/Kind_of_Cthulhu_7-1986.html


Ringraziamenti a Mad Max per alcune info e per la foto. A domani per il penultimo rifornimento a 7 galloni...

Saluti.



mercoledì 16 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 4, Panjandrum




Eccoci giunti alla quarta giornata della settimana tematizzata sui 7 pollici abbastanza rari...torniamo a Roma con un'altra ottima band (dopo i Fasten Belt)...anche in questa occasione (purtroppo) trattasi di 'discografia' ufficiale e completa...conosciamo un po' i......



PANJANDRUM





Eccoci al cospetto di un'altra band ingiustamente caduta nel dimenticatoio troppo presto, che dal 1980 fu attiva per 4 anni prima di interrompere la sua attività.
Una compagine dalla mirabile levatura tecnica che al tempo seppe farsi notare soprattutto nella capitale. Era autrice di un gran bel post-punk (molto in debito coi Joy Division, ma non solo) compenetrato da tante 'lezioni' rock degli anni ad essa precedenti, molta psichedelia soprattutto (Velvet Underground e Pink Floyd su tutti). 

La formazione della band era così composta: Federico Bella cantante e occasionalmente ai synth, Enrico Martines alla chitarra, Marco Zaccaron al basso (ma eventualmente anche alla chitarra) e Daniele Del Moro alla batteria.

Dopo l’inziale periodo di rodaggio, fra il 1982 e 1983 i Panjandrum suonarono in diversi eventi; sono da ricordare a tal proposito due concerti: quello tenuto in Piazza Re di Roma (all’interno della ‘Festa dell’Incontro’) e il live al ‘Teatro Tenda 7UP’ davanti a più di 5.000 persone.

La loro musica, specie per via del cantato (eseguito dall'ottimo Federico Bella), puo' risultare sia cold che dream. Qualcuno degli ex-componenti ha reso disponibili alcuni brani Panjandrum su Hitlantis, ascoltare qui per gradire: http://www.hitlantis.com/#/panjandrum . Se volete invece custodire in versione mp3 il loro unico dischetto, ecco la proposta odierna...



'Sunday Is Down / A Grey Landing On A Country Club (7'' 1983)'



Per me questa registrazione, oltre a racchiudere i sogni di 4 ragazzi (che ci sapevano fare..), contiene altre due piccole perle della prima new wave italiana.
Entrambi i brani si avvalgono di basi ritmiche tipicamente post-punk: il primo, 'Sunday is Down', leggermente più movimentato con in evidenza un ottimo basso (anche se tutti gli strumenti erano all'altezza, qui e nella b side); il secondo, 'A Grey Landing On A Country Club', con tempi decisamente quieti ed estatici, con un'atmosfera complessivamente psichedelica (---> i Pink Floyd erano qui davvero nel cuore e nella mente...i Pink Floyd nel loro periodo migliore, aggiungo..).
Meriterebbero una collection questi Panjandrum, sarebbero rimasterizzazioni non sprecate...
Buon Ascolto...


Special 7 Inches Week --> Day 4, description in english: dear foreigner friends, today another real rare release from the italian underground wave movement, Panjandrum (Rome 1980-1984). A band with the Joy Division in the heart but not only (especially the best psychedelia of the 70s). Their only record (the shared) was self-produced in 1983 with 2 enchanting tracks with post-punk rhythmic bases: the first, 'Sunday is Down', more movemented; the second, 'A Grey Landing On A Country Club', with a relaxing walk, very psychedelic (great love for the Pink Floyd here). The definitive sound of the 2 songs plays a bit coldwave (thanks to the vocals mostly).


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/iRC6x3lSba/Panjandrum_7-1983.html



Per questa condivisione ringrazio l'opera di Gabriele. A domani per un altro giretto in 7 pollici.

Saluti.



martedì 15 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 3, Teobaldi Rock



Terza giornatina della settimana con proposte in formato seven inches...poche chiacchere introduttive..ecco la condivisione odierna...la 'discografia' dei...



TEOBALDI ROCK



Qualcuno li conosce? Gli esordi di un cantante bolognese vi dicono qualcosa? No?!?
Bene, diciamo che questo gruppetto è oggi purtroppo e perlopiù dimenticato (ingiustamente). Si formarono nel 1976 ed ebbero il loro lusinghiero spazietto all'interno del brulicante fermento punk/wave bolognese di fine anni 70-inizio anni 80. Vide tra le sue fila, agli esordi, un giovanissimo..Luca Carboni (qui come chitarrista e compositore di musiche e testi).

Con lui saranno in questa avventura: Andrea Bellodi, Giovanni Cannamela, Antonello Giorgi, Nicola Lenzi e Marco Toschi.

I Teobaldi Rock si esibiranno svariate volte sin dalla loro fondazione fino al 1980, anno in cui parteciperanno all'importante rassegna Bologna Rock 80 (quella immediatamente seguente alla deflagrante manifestazione di appena un anno prima...questa qui: http://radiomolotov.blogspot.it/2012/11/vvaa-non-disperdetevi-bologna-rock-2003.html ).
Prima di accantonare il progetto registrarono il loro unico disco...il sottostante....


'L.N. / Odore D'Inverno (7'' 1981)'



La presente registrazione fu pubblicata dall'etichetta reggio-emiliana Bazar e fu distribuita soltanto localmente (intorno a Bologna sostanzialmente..tra sorsi di lambrusco e assaggi di lasagna). 
Il gruppo si sarebbe sciolto immediatamente dopo, lasciando Carboni in cerca di altre strade (di lì a poco avrebbe avviato contatti con Dalla, gli Stadio etc..e fatto il suo primo disco nel 1983, pubblicato dalla RCA nell'84).

I due brani contenuti in questo 7 inches sono entrambi molto apprezzabili, certamente timbrati da un'accattivante ritmica rock wave (anche molto svelta, quasi punk in alcuni passaggi). Il cantato sembra ancora risentire fortemente di inlfluenze prog (anche la musica ha qua e là dei rimandi a questo genere). 
Nel complesso un buon lascito sonoro che credo potrà risultare interessante per gli amanti di reperti provenienti dalla prima ondata wave italiana. Buon ascolto...
 

Special 7 Inches Week --> Day 3, description in english: another true rare recording from the early italian wave, made by Teobaldi Rock (Bologna, Emilia Romagna region - 1976-1981). The work includes 2 enjoyable tracks recorded at the end of the musical experience of the band (1981) in a clair rock wave style (maybe with vocals influenced by late-prog tendencies). The Teobaldi Rock were one of the very good groups of the Bologna Rock movement (one of the first punk wave scene in Italy --> listen to here: http://radiomolotov.blogspot.it/2012/11/vvaa-non-disperdetevi-bologna-rock-2003.html ). History of the italian wave! 

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/n2wq6Jl1ce/Teobaldi_Rock_7-1981.html


A domani per altra musica a 7 pollici.

Saluti.



lunedì 14 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 2, Faust'O




Salve, eccoci nel secondo giorno della settimana random con 7 pollici rari...per questo giro mi avventuro nella storia pura della wave italiana...mi è venuto in mente di condividere un mini dischetto di un artista wave davvero cruciale...non vedendo ancora in nessun posto questo suo lavoro ho pensato che forse potevo sottoporlo io ad una mini-attenzione...l'artista in questione è....


FAUST'O



E' un tributo cari miei/care mie, ad un personaggio che stimo moltissimo e che ha decisamente fatto la storia della musica alternativa italiana (un solito sconosciuto illustre ai più..). 
Molti critici lo hanno ribattezzato (non ha torto e già da inizio carriera) il David Bowie del rock all'italiana. Come Bowie infatti ha anticipato nel proprio contesto (nel presente caso, quello asfittico della proposta musicale italiana) tendenze che sarebbero state meglio sondate negli anni immediatamente successivi.

Fausto Rossi (questo il nome completo del 'duca bianco italiano') ha coltivato fin da giovanissimo una formazione musicale del tutto originale e dai forti riferimenti internazionali. 
Da Sacile (Pordenone..dove ci sarebbe stato il Great Complotto...questa terra era decisamente vocata a produrre avanguardia in quegli anni..) presto si trasferì con la famiglia a Milano dove in una dimensione quasi solipsistica coltiverà ascolti musicali davvero sui generis per un ragazzo italiano di quegli anni: tanto rude garage 60s, il surf dei Beach Boys, il primo proto-punk (MC5/Stooges) e le avanguardie americane anni 70 (Hendrix e Velvet Underground su tutti).
Sarà questo suo bagaglio conoscitivo che lo porterà a fare musica originale (sempre per il contesto italiano) sul finire degli anni 70 --> quando nello stivale quasi tutti si dibattevano nel campo della musica rock o alternativa con dettami metabolizzati già da un bel pezzo...
Dopo aver maturato contatti importanti nell'ambiente musicale milanese, la lungimirante label Ascolto (gestita da Caterina Caselli e da un suo staff) imparentata con la CGD (l'etichetta gestita dal marito della Caselli, altro circuito produttivo molto importante per la n.w. italiana) concesse a Fausto la fulminante uscita nel 1978 di un Lp rivoluzionario: 'Suicidio'. Un lavoro davvero avanti, anticipatore delle tematiche intimiste che avrebbero caretterizzato il successivo ambiente dark musicale (non solo italiano, visto l'anno..). Un avvio che difatto contribuì, assieme a pochissimi altri lavori del nostro paese di allora, ad importare la new wave in Italia. 
Questa sua prima produzione, seppur attraversata da rimandi ad altre sonorità tipiche dei tardi anni 70, rientra di diritto nel campo dell'avanguardia vera: un anno di anticipo su quasi tutti i musicisti italiani che si sarebbero definiti waver.

Fatto questo incredibile esordio, Fausto avrebbe completato l'assalto alle nuove sonorità con altri due album fondamentali: 'Poco Zucchero' (1979) e 'J'Accuse... Amore Mio' (1980).
Fra questi fantastici lavori tanti brani-perla della prima new wave italiana: 'Benvenuti tra i rifiuti', 'Godi', 'Vincent Price', 'Funerale a Praga' (già coldwave e minimal...). 'Radioattività', 'Hotel Plaza' etc.. . 

Grande curatore dei testi, fin da questa prima sfornata sviscererà una grande carica libertaria, con pochi eguali nella storia della musica italiana (magari si ispirassero oggi a lui quanti provano a dir qualcosa..in confronto sento parecchie pecore timide...con tutto il rispetto per le pecore..).

Dopo aver così mirabilmente dato alle stampe nel nostro bel paese il manuale cencelli della new wave con tutti i crismi di quella internazionale, non pago, il nostro Fausto, fece un album shock nel 1982 (che venne anche mal digerito da certa critica di allora..): 'Out Now'. 
Qui ancora una volta anticipò i tempi, preconizzando un certo dark ambient contaminato d'elettronica che sempre nel nostro beneamato posticino del mondo avrebbe avuto maggior sondaggio tra i musicisti alternativi di inizio anni 90. 

Compiuto questo ulteriore passaggio ancora avanti!, uscirono altri due album di elegante synthpop a nome Faust'O: un self-titled e 'Love Story'. 

Ad inizio degli anni 90 il nostro riassunse definitivamente il suo nome completo per le sue nuove produzioni e collaborazioni (tra cui in questa fase quelle coi Massimo Volume e con il duo sperimentale milanese La 1919). 

Da qui fino ai nostri giorni Fausto Rossi ha continuato sempre a coltivare una sua straordinaria dimensione sperimentale ed originale, proponendosi in tempi recenti anche in una chiave acustica (che gli ha valso tante date accompagnato dal suo valido giro di amici-musicisti).
Qui ad ogni modo potete seguirlo e saperne di più: http://www.faustorossi.net/ .


Bene, dopo cotanto omaggio quasi sintetico alla sua grandiosa camminata artistica..provo ora a condividere un suo 7 pollici che non ho notato in condivisione su altri luoghi virtuali (-avviso per i lettori: cuoriosare sul blog TheColdtears per altro suo materiale potrebbe non risultare sbagliato...-)..ecco a voi...


'Anche Zimmermann / Kleenex (7'' 1978)'



Il presente dischetto fu prodotto nello stesso anno d'esordio di Suicidio (1978 quindi) e raccoglie due brani che non finirono su questo primo Lp targato Faust'O (stessa etichetta: Ascolto/CGD). 
Entrambi i brani risentono di prime forti intuizioni new wave (se fosse stato a Londra chissà quale altra fortuna avrebbe avuto il nostro Fausto..).
Nel ritmo spicca l'ironica 'Anche Zimmermann', dove il nostro autore d'avanguardia -magari a sua insaputa- prende un po' in giro un'altra avanguardia, quella di Bernd Alois Zimmermann -che comunque ammirava-. Decisamente diversa la b-side 'Kleenex': più elettro e cupa ma non per questo meno ironica..che testi eccezionali anche qui per Faust'O!.
Buon Ascolto...


Special 7 Inches Week --> Day 2, description in english: today here a rare little record from the early period of the solist Faust'O ( http://www.faustorossi.net/ ), a sort of legendary artist of the early italian wave scene with 3 great works between the period 78-80: 'Suicidio', 'Poco Zucchero' and 'J'Accuse... Amore Mio' (with other really good releases from 1982 to 1985). 
For his peculiar and large contribution to the development of the italian alternative music (between 70's and 80s) in the world of the national critics is called the 'italian David Bowie'. 
The 2 tracks of this 7 inches produced in 1978 show rare examples of first italian new wave rhythms: 'Anche Zimmermann' more frenetic and 'Kleenex' with electro bases and a sort of dark scent.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/f7ScDI5Dce/fausto_7-1978.html


A domani per la terza proposta calibro 7.

Saluti.



domenica 13 luglio 2014

Rare 7 Inches Week: Day 1, Fasten Belt





Cari Amici/Care Amiche...da un po' di giorni mi frullava in testa di ripetere una rubrichetta di condivisione settimanale come fatto già in precedenza (vedere settimana psichedelica pisana in caso..)...mi necessitava però un espediente-collante..ecco che la mia scelta è caduta, più che su un comune denominatore territoriale, su un formato produttivo: il 7 pollici (o, come da altra co-essenziale definizione, 45 giri).
Ho pensato che potevo permettermi una settimanella random (utilizzando rare release in formato mp3 presenti nel mio archivio), inseguendo gusti e generi anni 80 diversi, per proporre musica interessante che venne registrata su questo (molto spesso) agognato supporto.




 Note Storiche sul 7 pollici 'italiano' anni 80

Certamente in Italia il 7 pollici anche negli anni 80 conservò prevalentemente la stessa funzione dei decenni precedenti: fu utilizzato anche in questa decade per fare un singolo di lancio o di rimando ad altre produzioni (specie di Lp), fu adottato come principale strumento di promozione per nuove band o nuovi progetti musicali meritevoli di una prima occasione, fu come prima il prodotto di più facile vendita e diffusione (anche se negli anni 80 le musicassette rispetto alle più prossime e precedenti ere musicali seppero fare una notevolissima concorrenza...).
Il di più rispetto a prima sta nel significato simbolico insito del vinile in questo formato, che rappresentò per molte band di questo periodo l'obbiettivo minimo/massimo per antonomasia: oltre al fare le tape di rito, che servivano oltre che a farsi conoscere anche ad attrarre qualche etichetta (piccola o grande che fosse), il 7 pollici si imponeva nell'immaginario dei giovani musicisti come il sogno sperato per un inizio di carriera fra quelli che ce l'avevano fatta, che sarebbero partiti da qui per fare altri dischi (una carriera da professionisti in pratica).
In verità un po' in tutto lo stivale la storia andò diversamente. Quelli che arrivarono a fare i dischi (specie poi con una label) furono una netta minoranza. Questo spietata preclusione (dovuta a vari fattori...) si verificò a sfavore di gran parte della proposta rock e di musica alternativa di questo decennio italiano(molti salvarono i loro sforzi compositivi con le tape per fortuna).Spesso chi riuscì a fare anche soltanto un 7 pollici fu per un favorevole episodio o per qualche contatto andato a buon fine. 
Molti comunque si fermarono anche solo a questa ambita e spesso iniziale produzione per via del fallimento successivo dell'etichetta (con la quale magari si erano presi accordi per ulteriori uscite). 

Diversi musicisti non aspettando l'occasione con una casa discografica (seppur piccola o indipendente), il disco (soprattutto il 7 pollici) se lo auto-produssero. 
Pratica questa, ad esempio, molto diffusa nel circuito punk hardcore ---> sostanzialmente per ragioni ideologiche (l'auto-produzione era un credo fervente), per ragioni logistiche (gli studi potevano essere meno attrezzati con aggeggi elettronici o strumenti fuori dallo stretto giro chitarra/batteria/basso) e organizzative (i collettivi punk hardcore realizzarono filiere corte davvero efficienti che assicuravano una giusta tiratura e un giusto rientro, sempre commisurato).
La spesa di noleggio studio e degli strumenti fu un forte freno per le band con un sound più sofisticato, che necessitavano di accortezze tecniche maggiori per registrare con qualità.

In genere il minutaggio a disposizione in un 7 pollici variava tra i 4 e i 10 minuti (in quest'ultimo caso forzando molto il formato) e il numero dei pezzi era abbastanza rigido; di solito vi finivano registrati due brani, uno sul lato A e uno sul Lato B (i punkettoni più stringati riuscivano ad infilarcene anche 6! 3 per lato magari).

Rispetto alle decadi precedenti (penso al beat e al prog -con nel secondo caso una tendenza però già ad usare di più il formato Lp/33 giri anche in prima uscita-) i brani che venivano scelti erano quelli che al momento sembravano i migliori. Difficilmente si metteva nel lato B un pezzo tanto per riempire. Il 7 pollici era per molti l'occasione per farsi conoscere, non bisognava sbagliare. Se andava bene poteva uscirci anche un intero Lp! Magari con un'etichetta ancora più importante...il sogno dei sogni...

Questa con i 7 pollici (assieme ai 12 e ai sempiterni Lp) fu l'ultima stagione a forte trazione vinilica: proprio al termine degli anni 80 e ancora maggiormente negli inizi degli anni 90 sarebbe arrivata infatti l'era dei Compact Disc (tutta un'altra cosa...a livello di sound sicuramente).

Cominciamo ad ogni modo a condividere qualcosa in questo formato, proprio per avviare questa preanunciata settimana dal sapore vinilico (non sniffate troppo eh...). 
Per la prima 'uscita' mi sono rivolto al percorso di una band che proprio con un 7 pollici sarebbe partita per inanellare una bella sequenza di dischi (loro ce la fecero per un po'..)..beccatevi subito il sette pollici dei...........


FASTEN BELT



I Fasten Belt chi se li ricorda signori e signore? Non mi dite che qualcuno non li conosce..davvero un peccato! Ora avete l'occasione per recuperare la lacuna però...

Questi signori che vedete in foto (assieme ad altri che ne fecero parte) animarono certamente un piccolo/grande corso musicale (di estrazione romana), avevano un grandissimo talento e per questo si fecero abbonadantemente apprezzare e conoscere dalla fine degli anni 80 fino alla metà degli anni 90 (il progetto terminò uffcialmente nel 97)
Gli esordi furono ruggenti (1986), segnati da un punk rock molto sfaccettato ed energivoro (per i musicisti e i pogatori...), in debito con varie influenze (punk 77, proto-punk alla Stooges, post-punk, garage). 
Live erano fortissimi, speccavano il palco e riuscivano a coinvolgere pure le pareti in un vortice sonoro.
Quasi subito furono presi sotto l'ala protettrice della High Rise di Federico Gugliemi, che fece far loro niente meno che due Lp e un 7 pollici (proprio nella loro fase più garage punk).
Dopo questo glorioso exploit fecero una mini pausa, per tornare nel 1995 addiruttura con un album prodotto da una major, la BMG (che decretò però un po' la loro fine, anche se pure in questa fase ottennero un discreto successo, con diversi passaggi tv).
Una parabola discretamente lunga che ha segnato il rock alternativo italiano di passaggio tra 80 e 90 e che ha lasciato tanti ricordi (per ulteriori dettagli biografici vi consiglio la loro pagina wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Fasten_Belt e l'angoletto FB https://www.facebook.com/FastenBelt ). 
Il ricordo principale, quando si parla di questa band, deve oggi purtroppo andare a Claudio Caleno, il cantante del primo periodo e nella line up più ricorrente della band, scomparso in tempi recenti (2012).
Cercando di non intristirci troppo (dedico comunque a Caleno questo post...), ricordiamoli con il loro esordio discografico...


'No Dice / On The One Hand (7'' 1987)'



Questo dischetto è davvero una piccola perla, che servì veramente a spalancare le porte alla band per un bel giro di notorietà nel panorama rock italiano di fine anni 80.
Fu prodotto dall'etichetta romana Lilly Records (una label di breve corso che produsse poche ma ottime cose) e pensato per dare spazio a due pezzoni del primo repertorio della band: No Dice (un vero cavallo di battaglia nei live Fasten, che sarebbe stato riproposto anche nel primo Lp High Rise) e On The One Hand.
Due brani diversi ed esemplificativi dello spettro sonoro sondato dal primo nucleo Fasten Belt (con anche Caleno quindi). Risalta per ovvi motivi la splendida No Dice, con una accattivante spruzzata di goth rock (nell'intro ma anche nella complessiva 'atmosfera' del brano) e col suo ritmo coinvolgente. Non male comunque la ballad (anche questa piuttosto cavalcante) del lato B (in odore più americano che british).
Questi due brani spero vi allieteranno parecchio...buon ascolto...

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Special 7 Inches Week --Presentation--

Dear random foreigner web users, for a week every day on this blog i will try to share some rare 7 inches records of different italian rock bands (only 80s stuffs off course! like in the perfect tradion of this little corner...). You will find something that will fitt various definitions of style.Today we start with the roman band Fasten Belt ( https://www.facebook.com/FastenBelt ), a glorious ensamble very important for the italian alternative rock movement between 80s and early 90s.
In download for you the first release of the Fasten Belt, with 2 amazing tracks of the early period of the band: No Dice (with the great garage/goth rock atmosphere) and 'On The One Hand' (a really nice & movemented ballad with an american scent).

Please Enjoy

https://www.4shared.com/zip/a661B4r5ee/Fasten_Belt_1987_7inches.html


Un ringraziamento ad F.d.P. per la condivisione e a domani per la seconda proposta. Stay Tuned for the next steps!

Saluti.



sabato 5 luglio 2014

Rosa d'Autunno (compilation 1987)



Avventori del web e ricercatrici incessanti della rete, eccoci nuovamente qui...come preannunciato in sede di ultimo commento del precedente post, quest'oggi niente giretti geografici ben definiti..soltanto una bella compilationcina...


ROSA D'AUTUNNO (1987)



Questa come si deve dire di primo acchitto è una selezione pienamente dark...quindi darkettoni che seguite, questa la dedico a voi e ai vostri bei gusticini...comunque accomodatevi tutti, scaricate e possibilmente commentate...

Rosa d'Autunno è, a parere del sottoscritto, una selezione molto suggestiva, piuttosto composita come distribuzione stilistica e indiscutibilmente attraversata da forte sperimentalismo ed intimismo...

La selezione fu prodotta da una piccola tape label di Domodossola, gestita in prima persona da Vittorio Lolli. Lo stesso Lolli, oltre che grande appassionato di musica underground italiana (la stessa che piace anche a noi...diciamo!), che tentò un'avventura fanzinara di breve corso, denominata Ristampe Morali.




Questo prodotto editoriale ed artigianale non so' se riuscì andare oltre il numero 1: come spessò capitò ad altre iniziative simili --> molte fanze spesso si fermarono dopo pochi numeri se non direttamente al promo iniziale. Questo avveniva sostanzialmente per ragioni finanziarie o per confluenze dei protagonisti in altri progetti (allora molti era in un povero -economicamente parlando- ma stimolante magma creativo!). Chissà come andò nel caso di Ristampe Morali. Sul web resta un'estratto da questo primo numero, che è possibile leggere qui: http://www.drexkode.net/PageContents/Zona%20industriale/Page%20Contents/Articoli/Scena%20Industriale%20Italiana/Intro.html
In questa pagina che vi ho appena proposto trovate un'ottimo articolo con a tema l'argomento quanto mai interessante della musica industriale (vi si svolge in particolar modo un'acuta analisi sulla genesi di questo movimento musicale --> Se si dovesse favorire uno scritto ad un neofita del genere, questo piccolo articoletto sarebbe per lui un'ottima introduzione...).
Grazie a Rosa D'Autunno, sul blog trova finalmente spazio un po' di musica sperimentale industriale..
Ascoltando bene la compilation, sentirete infatti qualche buon esempio di proposta perfettamente calzante nel genere industrial (contaminato spesso, nelle presenti proposte, con l'elettronica). 
La selezione (per chi amasse la varieganza o fosse alla ricerca di determinati altri sound) contiene comunque molti altri generi, prevalentemente post-punk/new wave o darkwave.

In conclusione d'introduzione, prima del dettaglio del carosello delle molte band coinvolte (12, per due ore di musica!), permettetemi di aggiungere che l'odierna proposta ben si lega col post precedente: sono infatti presenti diversi progettini wave aostani già incontrati nella puntata ultima scorsa. 
Nonostante questa significativa presenza aostana però, la compilation propone un palmares di progettini di musica alternativa provenienti da svariate parti del nord Italia: dalla Liguria fino al Veneto, passando per diverse province lombarde fino ai montanari aostani (per l'appunto!).



Le Band / I Progetti Musicali nella Compilation



01. FRU AUT (brani 1 e 2 / tape 1)


I Fru Aut di Bassano del Grappa (Vicenza) aprono con i loro due brani la compilation. Una scelta azzeccatissima, visto che questa ottima band veneta (come distrano le due tracce proposte in questa sede) incarna col suo sound particolare un'ottima fusione tra musica industriale e musica tipicamente post/punk wave, le due anime stilistiche prevalenti di Rosa D'Autunno.
I Fru Aut furono una di quelle compagini che come tante altre avrebbero meritato davvero di più. Il progetto fu retto e fondato da Gianni Nichele insieme ad altri e vide la presenza successivamente al varo dell'ottima vocalist Paola Zisa (anche sassofonista). 
Rappresentarono nella seconda metà degli anni 80 una delle punte più avanzate dello sperimentalismo wave italiano: tra strizzatine industriali/dark ambient -comunque non prevalenti- e pulsioni fortemente darkwave, se non proprio goth rock. 
Purtroppo, per i loro lavori in proprio, non riuscirono a strappare un contratto con un'etichetta (..o forse fu una scelta?). Oltre ad auto-prodursi delle ottime cassette, riuscirono però a non farsi mancare il vinile (in due occasioni), un cd (sempre auto-prodotto) e svariate partecipazioni a compilation (la più importante delle quali con la prestigiosa label belga Insane Music, gestita da Alain Neffe).

02. STURM UND DRANG (brani 3 e 4 / tape 1)


Seconda band proposta in compilation sono gli Sturm und Drang. Una formazione attiva per buona parte degli anni 80 (dall'83 all'89, come segnalato su discogs) che fu (forse!) una delle band più in vista della new wave varesina. 
Anche loro non riuscirono ad andare oltre la semplice dimensione auto-produttiva. Le loro tracce si ritrovano in alcune cassette. La loro produzione più significativa -anche questa sarebbe da trovare- fu la split tape divisa assieme coi DsorDNE di Marco Milanesio (un lavoro in condominio che al tempo fu associato proprio al primo numero di Ristampe Morale). 
Lo stile della band è definibile come darkwave a forti tinte goth. Purtroppo i loro due brani proposti non sono fruibili al meglio (---> la prima tape è meno apprezzabile della seconda per la minor qualità conservativa e la presenza di stridori) ma da questi possiamo comunque evincere l'indiscussa capacità (e suggestività!) tecnica della band (ascoltando la seconda traccia in particolare, possiamo rintracciare tra i ritmi decadenti anche una certa aspirazione piuttosto dream). Per altri brani (davvero qui ottimamente ascoltabili) vi consiglio la loro pagina myspace: https://myspace.com/sturmunddrangitalia .

03. AEROPAGO (brani 5 e 6 / tape 1)


Di questa band ho già parlato nel post di Aosta. Aggiungo soltanto che finalmente potete ascoltarne qualcosa. I due brani qui in Rosa D'Autunno sembrano esser stati direttamente tratti dal loro Lp self-titled e auto-prodotto del 1986.
Rispetto a quanto indicato nella cover del loro unico prodotto vinilico, nella compilation il loro nome appare modificato: un refuso forse del titolare della mini label? (al tempo si faceva tutto per corrispondeza..) Oppure la band volle mischiare le carte? Chissà come andò la cosa...
Sentite soprattuto nel secondo loro pezzo che giro spaziale di tastiera eseguito dall'ottimo Enzo Castellani. Stilisticamente ricordano un po' -grazie anche al cantato- i primi Moda (quelli di Firenze, non le scimmiette da talent...).

04.  KRYPTASTHESIE (brani 7, 8 e 9 / tape 1)


Altra ottima band fra quelle prese in rassegna nella selezione sono i Kryptästhesie. Un'ottima compagine che fu forse la realtà rock alternativa lecchese che seppe raggiungere il maggior grado di notorietà fra quelle che provenivano da questo lembo di territorio italico. 
Originatisi nell'84, quando Dario Antonetti entrò in una precedente band darkwave lecchese (i Wall od Death), riuscirono certamente a farsi valere con numerosissimi concerti e partecipazioni ad eventi un po' in giro per tutta Italia. 
Sono primariamente ricordati per la loro parte di carriera neo-psichedelica e garage, qui però possiamo ancora trovarli nella loro fase iniziale, ancora fortemente post-punk/sperimentale (con largo uso di rumorismo vagamente noise-industriale). Di loro, in futuro (il futuro!), credo condividerò altro...intanto se vi riesce procuratevi quel molto che han fatto tra gli 80 e tutti i 90 (di dischi ne fecero diversi per fortuna!).

05. WIEGEN DEN TOTEN (brani 10,11 e 12 /tape 1)


In conclusione della prima tape troviamo tre brani di un progetto sperimentale genovese piuttosto oscuro (non solo in quanto a notizie in merito..), che sembra aver avuto breve corso e di cui si trovano pochi lasciti sonori (ma magari qualcosaltro con questo pseudonimo sarà stato prodotto).
Credo si trattasse di un collettivo piuttosto ben apprezzato nella loro città, specie nell'ambiente avant-darkwave sperimentale. Alla voce e come principale animatore del progetto ci fu Alessandro Brocchi (che avrebbe continuato con la musica sperimentale anche negli anni 90 con i savonesi Monjoie). 
Al tempo (proprio intorno al 1987) collaborò con questa interessantissima compagine anche un giovanissimo Claudio Dondo, che da lì a breve avrebbe avviato i suoi progetti dark ambient/elettro-industriali più noti: Order 1968 e Runes Order.
I tre brani dei Wiegen non difettano di atmosfere avant-goth, industriali e minimal wave. Da spleen totale !

06. LIBERTICIDE (brani 13 e 14 / tape 2)

Niente foto ne loghi per questo altro bel progettino che apre la seconda tape della compilation. Credo sia stato anche questo un discorso di breve gittata, tutte le tracce (vedere discogs) rimandano al 1987.
Fu un collettivo a prevalenza milanese (incarnato dalle figure di Janesz Daniele Ade, Fabio Visigalli, Tommaso Labranca e Luca Crippa) con un inserto pavese: Luca 'Tito Turbina' Faraci. 
Sostanzialmente ottima avant-darkwave piuttosto sperimentale, con un certo sapore malinconico ed estatico, molto coinvolgente. 
Nella loro breve vita, i Liberticide parteciparono a diverse compilation e distribuirono con la prestigiosa ADN (vero faro produttivo dello sperimentalismo italiano ed internazionale di quegli anni) una tape in solitaria (a trovarla..).

07. THE SPHERE (brani 15 e 16 / tape 2)

In seconda piazza della seconda tape due brani già condivisi sul blog nel precedente post ---> qui in una versione peggiore. Per info sulla band (per coloro che avessero perso la puntata precedente) riandare al post precedente.

08. THE TAPES (brani 17 e 18 / tape 2)


Terzo posto nella seconda cassetta per il duo genovese The Tapes, costituito dai fratelli Giancarlo e Roberto Drago. 
Un progetto anche questo ad alta valenza sperimentale che ha prodotto tantissimo in appena una decade di attività. 
Di recente il nome The Tapes, dopo le innumerevoli produzioni anni 80, è tornato a circolare grazie alla recente partecipazione alla compilation 'Mutazione', prodotta appena l'anno scorso dall'importante label inglese Strut.
Per una esauriente loro bio, vi rimando qui: http://www.lastfm.it/music/The+Tapes/+wiki .
Su Rosa D'Autunno compaiono con due brani abbastanza diversi, seppur certamente in contiguità umorale e e stilistica: nel primo si evidenziano maggiormente certe tendenze minimal wave (condite da voci distorte e brusii di fondo), nella seconda prevale un certo gusto dark ambient che proprio in quel periodo i fratelli stavano cominciando a sondare maggiormente.

09. BILDUNG (brani 19 e 20 / tape 2)

Ancora sperimentalismo decisamente darkeggiante col progetto Bildung. Un discorso gestito in proprio da Nicola Vitali, componente dei sovra-incontrati Sturm un Drang. Qui in veste di tutto-fare (alla batteria elettronica e al tastiera) oltre che di cantante. Due brani altamente suggestivi, con un piacevole cantato e una mirabile atmosfera dark synth (quasi dark ambient nel lento dipanarsi dei ritmi e della voce).

10. 2+2= 5 (brani 21 e 22 / tape 2)


Sul volgere di compilation ecco una band abbastanza nota (specie a chi bazzica da tempo con ascolti e ricerche la wave italiana): i 2+2=5. 
Questo formidabile trio milanese dal nome numerico non ha certo bisogno di mie presentazioni. Fu un'esperienza fantastica negli anni 80, tributata allora e oggi da svariate compilation e che vide tra i pratogonisti il notevole Giacomo Spazio: lo stesso della label-fanzine professionale Vinile, della Vox Pop records etc..di tanta roba insomma...una figura cardine della wave milanese e italiana. 
Qui ci sono due brani esemplificativi delle capacità che i tre seppero amalgamare in musica: nel primo ('Guangzhou') all'elettronica con condimento industriale sommano un rimando orientale (cosa ricorrente nella produzione 2+2=5, visto che uno dei tre componenti musicisti era la giapponese di origine Cha Cha Hagiwara), nel secondo ('Meeting Mc. L. mix') propongono un sincopato ritmo minimal wave. Provate ovviamente ad ascoltare altro di loro, qualora non l'aveste già fatto..

11. ATELIER NOUVEAU (brani 23 e 24 / tape 2)


In penultima posizione troviamo i già incontrati (ad Aosta) Atelier Nouveau, con due brani ben fatti in un gradevole stile rock wave (con anche ritmiche post-punk, come nel primo brano proposto tra i due ---> quello che preferisco).

12. SSOGNAMI EGIDIO (brano 25 / tape 2)

In conclusione un pregevolissimo brano post-punk/wave (decisamente darkeggiante) di un'ottima band su cui...non so'...assolutamente niente ! Se qualcuno puo' aiutare, ben venga...
Un'ottima chiusura comunque...

Buon Ascolto


Description of the tape compilation in english: i'm glad to present here for the foreigner friends a very good double-tape compilation made in 1987 by the RV Tape Records (a short lived label associated to the Ristampe Morali's zine of Domodossola, Piedmont region). Details of the tracklist: 01-02. Fru Aut (from Bassano del Grappa, post-punk with industrial integrations); 03-04. Sturm und Drang (city of Varese, goth rock); 05-06. Aeropago (from Aosta, enjoyable rock wave with electro suggestions and post-punk background); 07-08-09. Kryptasthesie (from Lecco, suggestive & instrumental post-punk with electro insertions); 10-11-12. Wiegen Den Toten (from Genova, electro-experimental avant-darkwave); 13-14. Liberticide (Milan, electro-experimental avant-darkwave); 15-16. The Sphere (rock wave from Aosta /--> you  can find a better version of the 2 tracks in the previous post/); 17-18. The Tapes (experimental electro-industrial/dark ambient from Genova); 19-20. Bildung (experimental avant-darkwave b-side project of the Sturm und Drang singer); 21-22. 2+2=5 (brilliant minimal wave from Milan); 23-24. Atelier Nouveau (nice rock wave from Aosta); 25. Ssognami Egidio (post-punk/wave, unknown origin).


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/La1zNXUqba/RDA_comp_1987.html


Infine, enormi ringraziamenti a Maurizio Pustianaz per la condivisione e per il breefing informativo sulla label RV Tape Records e a coloro che realizzarono questa compilation (sia per la parte musicale che 'confezionatoria').

Saluti.