domenica 25 maggio 2014

Vecchia/Nuova Wave & Ivories/Jeunesse D'Ivoire



Salve, nella domenica delle urne mi andava di disquisire sul rapporto tra vecchia new wave e 'new new wave'...no, non avete letto male l'ultimo termine definitorio: oggi chi è musicista new wave moderno è fatto rientrare in questo consesso --> la nuova new wave...

Ma lasciatemi cianciare con ordine seguendo delle mie considerazioni (sempre profane magari!)...


Rapporti tra Vecchia Wave e Nuova Wave

Innanzitutto è bene precisare che di questa 'relazione' se ne puo' parlare alla luce dell'ancora attuale revival in corso...si perchè per la prima volta, da un po' di anni a questa parte, si puo' parlare con cognizione di un vero revival della new wave. All'epoca (fine 70-inizio 80) forse neanche gli stessi protagonisti, soprattutto quelli minori o più sfortunati, non se lo sarebbero davvero immaginato un revival così robusto. Perchè è innegabile che ci sia un forte ritorno a certe sonorità anni 80 (basta sentire anche i jingle di alcune pubblicità !)...e da cosa è motivato questo revival, che cosa lo sostiene, quali le implicazioni?
Dirò subito che nella storia della musica rock, ma più in generale nel quadro della musica in toto, il revival è ormai un clichè. Basta aspettare più o meno il salto di una generazione per vedere che nuovi musicisti e nuovi ascoltatori si sentano in bisogno di 'ripartire' da esperienze passate e precedenti. A volte sono stati gli stessi musicisti sopravanzati nella storia musicale per richiesta o per nostalgia a ri-prodursi in loro 'vecchi' lavori (vedasi a mo' di esempio quegli stessi musicisti che nei 60 facevano beat rock e che nei 70 si vocarono al prog per poi tornare negli 80 alle origini col neo-beat o col neo-garage).
Oggi, per quanto mi è stato dato di capire (prendete questa comprensione con tutti i benefici del dubbio se volete), siamo entrati in una sorta di era dell'eterno revival. Mi spiego meglio --> Quello che è stato inciso nel passato (dall'inizio del secolo scorso sostanzialmente, con la nascita e la diffusione dei vinili) e che è riproducibile (e quindi anche ri-suonabile) puo' incontrare 'in ogni attuale e futuro oggi' dei possibili fan/cultori di genere.
Grazie poi alla digitalizzazione (in formato mp3, ma non solo) la diffusione facile e universale è garantita su una scala potenzialmente vastissima. 
Ecco perchè c'è spazio oltre che per i revival anche per le rivincite della storia: cioe' un'inusitata fortuna per progetti musicali che al tempo magari non andarono oltre la semplice diffusione domestica !
In questo quadro è facilmente comprensibile come in futuro, specie nell'alveo della musica rock (un vero genere al capolinea, dal punto di vista dell'eveoluzione stilistica), assisteremo ad una sovrapposizione incessante di revival. Ed il futuro, non abbiate timori, è già adesso...ne siamo ben consci tutti credo.

Venendo allo specifico del revival new wave o comunque del rock anni 80 possiamo notare che tra la fine del primigeneo corso musicale protagonista del mio blog e l'attuale revival c'è stato giusto lo spazio di un'intera nuova generazione (quantificata in ogni campo proprio tra i 25 e i 30 anni). 
Un revival wave partito sostanzialmente dalla seconda metà della prima decade 2000 e sviluppatosi maggiormente negli anni successivi fino ai giorni nostri.
Oltre che da esigenze conoscitorie o di mera riscoperta stilistica, il revival sembra essere sostenuto da una certa affinità generazionale tra quei primi waver e i riscopritori attuali (nuovi waver?). 
Anche qui tento di spiegarmi. 
Sembra infatti che alla base di questo gradimento o rifacimento musicale ci sia una certa consonanza emotiva tra quelli che facevano/apprezzavano questa musica allora e quelli che provano a rifarla/ascoltarla oggi. In particolar modo con la darkwave è innegabile che tutta questa voglia di intimismo attuale sia sostenuta/indotta/generata, in ispecie in Italia, da questa perdurante crisi (non solo economica) che sta segnando questi tempi (che finirà quando? ai potenti l'ardua sentenza..).
Per fare una domanda precisa: perchè il dark (o la new wave per esteso, genere che nei suoi sotto-tipi ha sviscerato tanta malinconia o intimismo) sta conoscendo in questo paese tanta fortuna? 
Rispetto ai primi waver i giovani attuali sono certamente diversi, ma di fondo sembra esserci una similitudine forte tra queste due generazioni: l'esclusione. Se per i primi si trattava perlopiù di auto-esclusione (cioè coltivavano una dimensione intima di dissenso verso il sistema, dopo la stagione degli impegni diretti e militanti, finita male..) per i secondi si puo' parlare più che altro di un'esclusione indotta dal sistema (la disoccupazione giovanile cronica, la mancanza di prospettive, la precarietà etc..).
Certo poi l'effetto di questa esclusione (che si puo' manifestare ancora oggi in un auto-esclusione, sia chiaro) sia per i primi che per i secondi si puo' definire come identico: la ricerca dell'intimismo o di sonorità, in musica off course, più malinconiche (per l'appunto!).
Un'altra differenza sta ovviamente nel modo di fare musica new wave: oggi i nuovi musicisti waver si avvalgono di una nuova strumentazione, che rende possibile l'attualizzazione o l'approfondimento dei sotto-generi wave in una maniera che allora non era praticabile, dilatandone anche (o distorcendone) la portata esplicativa. 
Io devo precisare che seguo/sono poco attratto dalle band di 'new new wave' (ribadendone comunque tutta la legittimità o forza comunicativa), preferisco i vecchi prodotti di quella prima onda (specie italiana) o le sperimentazioni di allora. Non per una sorta di razzismo musicale, ma per un mio bisogno di chiarezza stilistica. Oggi si tende a mischiare troppo (in tutti i campi musicali: rap-metal, psichedelia e hardcore etc..) fregandosene dei contesti originari in cui un genere nacque (il pop post-punk che gira tanto mi fa inorridire, l'emo cotonato senza un preciso background darkwave mi fa tenerezza etc..). Ci vorrebbe un po' più di cultura e di rispetto in molti casi...Ma forse è la natura stessa del revival: la rielaborazione (in alcuni casi, profanazione) è un'esigenza (a volte furbesca) che aiuta a riscoprire un genere. Io mi accontento prevalentemente di vecchia wave, facendo gli auguri a chi ne fa di nuova (tanto bisogna farla anche oggi la musica! E qualcuna riesco ad apprezzarla, mica sono un talebano..).

Come si è manifestato fino ad ora questo revival? Innanzitutto sembra essere sostenuto da attività diversificate e più o meno valide. Tralasciando le commercializzazioni (più o meno condivisibili..decidete voi di caso in caso..), si rintracciano innegabili valenze nelle ristampe (che rilanciano prodotti sonori che altrimenti sarebbero andati perduti), nelle pubblicazioni documentaristiche (diversi libri analizzano/ricordano alcune 'scene locali', la storia dei locali di culto, fatti legati al movimento punk wave etc) e nei concerti o nelle rassegne musicali con vecchi e nuovi protagonisti.
Ecco, parlando di rassegne, se c'è una cosa che mi piace pensare riguardo ad esse è che si dovrebbero fare per consentire un dialogo, un processo osmotico tra vecchi e nuovi musicisti waver (per fare cultura oltre che musica, per concretizzare un qualcosa come un passaggio di testimone ideale anche..).
E' in tal senso che mi va di segnalarvi, con una settimana giusta di anticipo, l'evento che si svolgerà proprio il prossimo week-end (venerdì 30 maggio e sabato 31 maggio) a Roma: il festival 'Distanze 100% New Wave Italiana'.  Una due giorni di musica in cui si cimenteranno proprio vecchie e nuove new wave bands (per una delle vecchie si tratterà poi di un ritorno sul palco dopo svariati anni: gli Aidons La Norvege). Ecco la pagina FB in cui potete in caso saperne di più (per chi potesse partecipare..): https://www.facebook.com/events/1401879856728419/ . Tra gli organizzatori c'è Alessandro Marchettini, lo stesso di Destination Morgue, il festival industrial ormai giunto alla settima edizione (con in mente l'ottava?) che si svolge annualmente proprio a Roma; un personaggio Marchettini che sembra aver capito che vecchio e nuovo dovrebbero incontrarsi e sostenersi (oltre che capirsi in alcuni casi..). I nomi contenuti nel cartellone di Distanze risultano da soli invitanti. Sarà distribuita anche una compilation con brani delle band coinvolte. 
Mi sentivo di fare un po' di pubblicità non retribuita all'evento (ci mancherebbe! qua faccio tutto per passione diciamo), visto poi che si legava in un certo qualmodo al discorso del presente post.

Fra le band di questa rassegna c'è nè poi una che giustifica l'inserto sonoro che ho pensato si potesse ben legare ai discorsi che ho tentato testè di fare...gli....


IVORIES



Ora, questa è una band dei giorni nostri e chi la conosce potrebbe dirmi: 'ma nel blog condividi soltanto materiale di band anni 80!' Beh gli Ivories sono una nuova band con radici datate potrei subito replicarvi recisamente..
Poi aggiungerei che questa band è in forte continuità con certi progetti della prima new wave milanese. Una formazione animata da tre validi musicisti che hanno deciso in tempi recenti di tornare a fare pubblicamente (privatamente non credo abbiano mai smesso..) ottima musica (qui la loro pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Ivories_Italy/182027365154963 ). Un'ideale 'liaison' quindi tra vecchia e nuova wave.
Ora non condividerò il loro Ep uscito l'anno scorso (troppo fresca l'uscita e ad ogni modo devo pur rispettare la mission del blog), ma posso farvi sentire il loro sound semplicemente dal loro canale you tube: https://www.youtube.com/user/WeAreIvories . Qui potete trovare i due -forse!- brani migliori del loro dischetto 12 pollici (autoprodotto): 'As Blind As We Are Now' e 'Landed' (ottima musica new new wave fatta da qualcuno che aveva già composto vecchia wave diverso tempo prima). Sul canale ci sono poi anche alcune esibizioni live e i brani dei Jeunesse D'Ivoire...appunto i Jeunesse D'Ivoire...le radici a cui accennavo...



JEUNESSE D'IVOIRE



Due dei tre componenti -Patrizia Tranchina e Danilo Carnevale- degli attuali Ivories provengono proprio dall'esperienza dei Jeunesse d'Ivoire (il nome poi richiama abbastanza quest'esperienza, è inutile anche scriverlo..). Una band che era attiva nella primissima onda milanese e che diciamo faceva dell'ottima minimal wave (per non dire una pregevole miscela tra post-punk ed elettronica minimale..). 
Questo bel progettino, come già alcuni sapranno, è di ricente stato 'riesumato' nei suoi lasciti sonori da diverse compilation prodotte in anni non tanto passati (vedasi discogs in caso) e con merito ha conosciuto oggi un enorme affetto ex-post (un po' come è avvenuto con i Janitor of Lunacy di cui al post precedente), meglio tardi che mai...
Al tempo la band riuscì ad andare su vinile soltanto con la mitica compilation 'Body Section' della Electric Eye Records, oltre a produrre alcune cassette e fare anche dei concerti. Purtroppo rimase confinata nel classico girone dell'underground rock wave italiano, limbo nel quale gravitarono il 99% delle band italiane di allora, o quasi..
A rilanciarne le gesta è stata per prima la Spittle Records grazie alla selezione 'Milano New Wave 1980-83' (prodotta nel 2008) contenente oltre ai Jeunesse anche brani prodotti ai tempi da altre 3 interessanti formazioni new wave milanesi di inizio anni 80: State of Art, Other Side e La Maison. 
Poi è venuto l'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica della Mannequin e da qui altri apprezzamenti. Ormai vendetta con la storia anche in questo caso è stata compiuta...

'Jeunesse D'Ivoire' (demo 1982)



Il demo che vi propongo è forse l'unico ufficiale della band, con un artwork ben fatto e una qualità audio davvero ottima. 
I brani sono 3 e vennero registrati per l'occasione nel Palmito Studio di San Donato Milanese nel novembre del 1982. Troviamo oltre alla hit della band, 'A Gift of Tears', due altri ottimi brani di 'corredo': 'Silent Imagery' e 'Praise'.
Tutte e tre le tracce possono farsi rientrare dentro gli stilemi della minimal wave (della migliore direi !) ma certamente non si puo' sfuggire da una denominazione anche cold wave/post-punk ('Praise' in particolar modo ha un chiaro sentore joy-divisionano..).
Nel demo spicca, oltre la mirabile orchestrazione sonora, anche la voce di Patrizia, davvero apprezzabilissima (una delle migliori di tutta la prima wave italiana, per intonazione e piglio). Un piccolo grande lavoro, davvero suggestivo, che spero gradirete...

Description of the tape in english: here today maybe the only official demo of the Jeunesse d'Ivorie, amazing minimal wave band from Milan (early 80s, Lombardia region). A self-titled very inspired with 3 great songs in a pure cold wave style, with a solid post-punk base (especially in the third track -'Praise'- really into the Joy Division direction..). A relaxing and striking work for every ear !

Please Enjoy


http://www.4shared.com/zip/PK4WIQzGba/Jeunesse_dIvoire_demo1982.html


Un ringraziamento a F.d.P per la condivisione e un saluto ecumenico a vecchi e nuovi waver.

Saluti.


domenica 18 maggio 2014

(Italian) Minimal Wave & Janitor of Lunacy



Cari/Care fruitori/fruitrici del web che vi imbattete in questo piccolo angoletto virtuale, ben trovati ancora tra queste 'pagine' in libertà e in musica di questo blog. Scopo del presente scritto sarà quello di parlare un po' di minimal wave, un genere ostico da definire e che profanamente cercherò di trattare cercando di contestualizzare il fenomeno anche all'interno della vecchia onda italiana...


Minimal Wave: Origini/Protagonisti

Innanzitutto è bene dire che il termine 'minimal wave' è un'invenzione definitoria sorta in tempi recenti, lanciata da alcuni appassionati internazionali di musica underground anni 80 (forse una furbata commerciale anche).
E' ad ogni modo una definizione ex-post non senza senso, utilizzata per accumunare certa musica sperimentale ed elettronica che cominciò a svilupparsi dagli anni 70 e che ebbe il suo apice produttivo più propriamente e diffusamente nel corso degli anni 80.
Una delle figure più importanti che ha contribuito a livello internazionale a parlare (o ad inventare) il fenomeno minimal wave è stata Veronica Vasicka.


Veronica Vasicka

Una ragazza (lo è ancora oggi) che dapprima ha fatto molte ricerche per suo conto, cercando e digitalizzando molto materiale di sperimentazione elettronica che fu prodotto soprattutto negli anni 80 (soprattutto nel mondo anglo-sassone..lei è newyorkese..) e che poi ha cominciato a diffondere la stessa con la sua Minimal Wave Records (qui il suo ricco sito con molte cose da ascoltare -cercate in sezione podcast-: http://minimalwave.com/ ). 
La Vasicka ha tutt'ora uno stravolgente successo come dj, attività che la vede impegnata in giro per mezzo mondo per proporre questa musica (ovviamente quella più ballabile).
Appunto, questa musica...in che cosa consiste la minimal wave? per cosa si contraddistingue a livello stilistico?
Intanto è bene precisare che forse più che di un genere si debba parlare di un sotto-genere, della new wave nello specifico. 
Fatta questa precisazione, si puo' poi dire che questo (sotto)genere venne reso possibile dall'evoluzione tecnologica di quel periodo (fine 70-primi anni 80). Un periodo ancora pionieristico per l'elettronica e che fu segnato dalla diffusione larga dei primi/mitici e moderni synth (la minimal wave è detta -non a caso- anche minimal synth).
I synth erano quegli strani aggeggi che già il prog aveva iniziato ad utilizzare e che grazie all'evoluzione tecnica, in applicazione con la musica, erano diventati sempre più maneggevoli e versatili (nonchè economici..). 
Assieme ai synth anche altri ammennicoli sarebbero risultati importanti per la creazione di un sound oggi definito minimal wave: sequencer, campionatori, registratori, tastierine, harmonizer, i primi computer etc...

Perchè si utilizza il termine minimal per la definizione di questo (sotto)genere musicale? Sostanzialmente per indicare -appunto!- un approccio minimale alla musica, quasi artigianale (seppur ad alto gradiente tecnologico, come visto). 
Il musicista o i musicisti (molte band possono farsi rientrare in questa definizione) minimal wave sviluppavano i loro brani condendo o imperniando quasi totalmente la loro musica con trame synth e diversamente dai 'colleghi' del synthpop (altro sotto-genere new wave e stile attiguo a quello oggetto dei nostri discorsi) si vocarono a refrain più sperimentali, a volte sincopati e dalle cadenze più post-punk (il modo di cantare sopra queste musiche era molto post-punk se non proprio punk). Di contro queste composizioni minimal synth potevano confluire anche verso ritmi calmi e atmosferici, oggi denominati come cold wave (---> altro termine di recente conio..).

Chi furono gli ispiratori, gli iniziatori di questo (sotto)genere? 
Intanto diciamo che molti di questi sperimentatori underground di minimal wave agivano in questo campo un po' come dei 'nerd' (termine tornato molto di moda oggi), arrivando a fare questo tipo di musica semplicemente rinchiudendosi da soli in soffitta o in cantina, giocando con il mix tecnlogico di cui sopra, inventando o evolvendo loro stessi gli strumenti utili per la loro attività di ricerca sonora. 
Molti probabilmente non ebbero neanche ispiratori (proprio perchè conducevano queste loro ricerche in un modo del tutto appartato).
Stilemi incarnati di riferimento ce ne furono eccome comunque, i più importanti dei quali provenivano dagli Stati Uniti (non a caso il paese più tecnologico del periodo). Band come i Suicide (che alcuni dicono esser stati più influenti dei Clash! proprio per la loro influenza sulla musica elettronica successiva), i Tuxedomoon o i The Residents fecero un po' scuola nel genere.


 Suicide live in the 70s

Molti prodromi della minimal wave si rintracciano poi già nella library music dei primi sperimentatori elettronici (con mirabili esempi anche italiani fin dalla fine degli anni 60) o nel krautrock tedesco primi anni 70 (quello più elettro-sperimentale evidentemente) o ancora nell'ambient di soggetti come Brian Eno, financo al primo synth-punk come quello dei The Screamers (attivi sulla west coast americana fin dal 1975).


La Minimal Wave in Italia

Nel bel paese questo tipo di musica si sperimentò un po' ovunque, anche qui magari senza ispirazioni particolari, semplicemente inseguendo una volontà di ricerca personale.
Nei primissimi anni 80 per il nostro paese forse risultò molto importante l'esempio dei Tuxedomoon di Steven Brown e Blaine L. Reininger, che fecero diverse date in giro per lo stivale (ma anche un po' ovunque in Europa, soprattutto in Belgio), mostrando come era possibile fondere il post-punk con un certo tipo di elettronica minimale e sperimentale allo stesso tempo. Steven Brown era poi di casa a Firenze e certamente sostenne e influì su diversi musicisti underground italiani (non solo della città gigliata).
Comunque, dove ci fu possibilità economica per acquistare i synth e strumenti tecnologici annessi (più nel centro nord evidentemente, soprattutto per ragioni socio-economiche) si originarono progetti musicali oggi definibili come minimal wave.
Per citarne alcuni (inseguendo la memoria selettiva del sottoscritto) si puo' accennare a questi: ai milanesi 2+2=5 di Giacomo Spazio, ai bolognesi Central Unit, ai piacentini A.T.R.O.X., ai torinesi Chromagain e Carmody, ai veneziani Ruins (prima fase magari) o ai messinesi Victrola.
Tra i musicisti solisti italiani che si possono far rientrare in questo campo si possono annoverare poi figure dall'indiscusso talento come Maurizio Dami (alias Alexander Robotnick, fiorentino, attivo e pienamente minimal wave nei primissimi anni 80 con gli Avida e poi con altri progetti), Doris Norton (che nel corso degli anni 80 produsse diversi ed ottimi dischi etichettabili prevalentemente come minimal wave) o Bi Nostalgia (alias Luca Rigato, veronese, già incontrato nel blog, attivo anche con gli Endless Nostalgia e la sua etichetta TLOTG).
Ovviamente tanti altri ancora sarebbero da citare (altri progettini in tal senso li tirerò fuori successivamente magari...)...molti nomi sono tornati in auge anche grazie ad un fiorente revival e ad alcune nuove produzioni di etichette contemporanee, anche italiane (tipo grazie alla Mannequin Records con le sue raccolte Danza Meccanica 1 e 2)...io a mo' di esempio italico vi sottopongo i protagonisti dell'allegato sonoro odierno...i...



JANITOR OF LUNACY



I Janitor of Lunacy (nome preso dal titolo di un brano di Nico..) furono un trio bresciano attivo tra l'81 e l'86 che all'epoca seppe farsi notevolmente apprezzare (anche con riuscitissime esibizioni), soprattutto nel nord Italia. Purtroppo si sciolse quando stava per concretizzarsi la realizzazione di un disco. 
La storia della musica è stata comunque benevola in tempi recenti per quanto riguarda questo progetto musicale. Oltre all'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica, la Mannequin ha anche prodotto una raccolta nel 2012 con tutti i loro brani più ben registrati.
Il terzetto era composto da Roberto Kovre, Gabriele Farina e Claudio Asserini. Il loro sound, visto che lo si fa rientrare nel consesso delle migliore minimal wave, risultava fondamentalmente come pregevolissimo rock elettronico. 
Qui la bellissima pagina fb dei Janitor:  https://it-it.facebook.com/janitoroflunacy?v=wall dove poter seguire e contattare la band.

'Crimes On The Dancefloor' (1985)


Il lavoro dei J.o.L. che allego qui è il loro unico demo ufficiale (in solitaria almeno, visto che parteciparono anche ad una split tape della fanzine VM) e quindi reperto sonoro più rappresentativo, da cui sono stati tratti alcuni brani per la recente ristampa della Mannequin (che magari potete rintracciare se avete fame di maggiore qualità, trattasi qui pur sempre di una riproposizione lo-fi in mp3 di un demo..). 
'Crime On The Dancefloor' è un lavoro molto suggestivo di livello dark-synthwave internazionale, convincente dal primo all'ultimo brano e ottimamente interpretato nella parti cantate dall'ottimo Kovre (mirabile e coinvolgente vocalist, ancora oggi molto attivo). L'intimismo regna sovrano in quasi ogni nota, ma ci sono momenti nervosi che ricordano ad esempio i Depeche Mode (come in 'War Days'). Si respira poi un grande affetto per un certo tipo di post-punk alla Joy Division. L'elettronica comunque prevale e spinge il tutto. Un'autentica perla della new wave italiana.

Description of the tape in english: here today the only official demo tape from the band Janitor of Lunacy (Brescia - Lombardia region 81-86). A work released in 1985 with 6 amazing songs between electro-rock and post-punk, in a full minimal wave style. Recently all the tracks have been remastered in a collection (Mannequin Records 2012), with the link you can hear a good reproduction in mp3 of a true pearl of the old italian(-dark-)synth wave.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/Lrg9k_PQce/Janitor_of_Lunacy_demo1985.html


Questo post è il mio piccolo tributo ad una gran bella band (i J.o.L.) che al tempo non riuscì a sfondare (come tante in Italia) e che fortunatamente si è presa una bella rivincita sulla storia...

Saluti.


sabato 10 maggio 2014

Ravenna Punk/Wave & Entropia



Basta ! Sveglia ! Il blog è tornato..pittarosso ! pittarosso !..un altro post a più non posso !

Rieccoci ! Amici, compagni, amiche e compagne...lettori occasionali, sopravvenuti o già acquisiti...giriamo ancora..la giostra si sposta a Ravenna...

Già, Ravenna...mirabilandia, l'Italia in miniatura...una bella terra, ricca di iniziative...i CCCP avrebbero dovuto scrivere anche Romagna Frenetica oltre ad Emilia Paranoica...la romagna terra di divertimento preconfezionato, svago da sballo (ma non solo eh ! che non si offenda nessuno..)...in mezzo a questo contesto sul finire dei 70, all'alba dell'era 'Riviera come metà di bulli e pupe da spiagge e discoteche' (cit.), cominciarono anche qui a darsi da fare diversi personaggini e a creare un bel giro di musica punk wave !

Quali fra i progetti di nuovo rock dovrebbero venire in mente per primi, pensando a questo territorio?

Io un po' di idee ne ho...

La Punk Wave a Ravenna e Provincia

Due furono sostanzialmente le big band che si mossero fra le prime in questo movimentato areale: i N.O.I.A. e i S.I.B.
Due band acronomiche nel nome che sono di diritto nell'albo più pregiato della punk wave italiana (magari in due generi diversi..).

N.O.I.A.

Rare picture from 1978

I N.O.I.A. iniziarono quando praticamente ancora quasi tutti i musicisti di rock alternativo, soprattutto in Italia, pensavano ancora al prog. Questo manipolo di ragazzini, 'guidati' già allora dagli eclettici Davide Piatto e Bruno Magnani, già dal 78 abbracciarono una causa già pienamente wave, incarnando in maniera avanguardistica una delle prima band synthpop della penisola. Faro principale di ispirazione iniziale fu il krautrock tedesco, quello più elettronico, quello dei Kraftwerk per intenderci. 
Tra il 78 e l'82 animarono la loro zona con un elettro-rock mai sentito prima, neanche nel resto dello stivale. Le testimonianze sonore di questo loro primo periodo sono confluite recentemente nell'ottima collection 'Unreleased Classics' (per chi volesse indagare..). 
Poi dopo questa prima fase il gruppo si sarebbe condensato in un trio (Magnani-Piatto e Giorgio Gianni), approdando ad un conclamato corso italo-disco, notevolemente apprezzato nei dancefloor dell'epoca. L'Italian Records di Rubini avrebbe esaltato questo percorso producendo diversi dischi dei N.O.I.A.. Una band mitologica, soprattutto nella prima fase...

S.I.B.



I S.I.B. (nome ricavato da un brano dei DEVO) sono stati invece una delle più folgoranti esperienze punk della prima era italica. Partiti nell'80, in due anni smossero parecchio nella loro zona e non solo. 
Su discogs è narrata la loro storia (in inglese, ahimè per alcuni di voi): http://www.discogs.com/artist/790616-SIB?anv=SIB 
A me interessa qui rilevare che furono una delle prime esperienze punk italiane ad arrivare all'agognato 'Elleppi'. Nel 1981 fecero infatti uscire 'The Third World War', per la LM Records, con in copertina la faccia di Reagan tagliuzzata (mica pavidi sti tipi...). Come stile influirono su molte band del loro circondario: la loro musica variava tra punk 77, post-punk fino ad accenni pienamente punk hardcore. Band gloriosa del primo punk nostrano, nientaltro da aggiungere.

Intanto oltre a queste due esperienze si mosse anche altro nel ravennate. Altre band si ricavarono ottimi spazietti. Vanno ricordi ad esempio i Do-Po (che fecero un bel 45 giri sempre con la L.M. Records nel 1981, ottimo synthpop) o i Forse! (che fecero ottime cose intorno alla metà degli 80, strimpellando agguerrito post-punk) o ancora i The Streamers (che fecero anche due dischi con la mitica label fiorentina Sound City Records). 
Sono poi da segnalare i due progetti post-N.O.I.A. che furono avviati al termine di questa esperienza: i Rebels Without a Cause fondati da Davide Piatto (una band garage che arrivò anche al disco con l'Electric Eye Records..) e i Sacred Circle alimentati invece da Bruno Magnani (compagine elettro rock che purtroppo sembra non aver lasciato tracce produttive).
 

La Scena Wave a Faenza

Un piccolo discorso a parte lo merita la scena faentina. Se non altro per parlare di una produzione su disco che al tempo fu più unica che rara: 'Cover Versioni Originali dalla Città Bianca'. Questo disco prodotto dalla Urgent Label/Materiali Sonori nel 1986 si contraddistinse proprio per la curiosa iniziativa del radunare in una compilation delle produzioni musicali realizzate in studio da 4 band o progetti new wave di una piccola cittadina: appunto, quella di Faenza. 
L'iniziativa nacque da un'idea di Giordano Sangiorgi, oggi conosciuto come principale animatore del MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, l'appuntamento che si svolge annualmente proprio nella città bianca (bianca per ragioni storico-politiche...indagate se volete).
Sangiorgi radunò intorno a questo progetto 4 esempi di mirabile new wave faentina:


Kriminal Tango


Compagine fondamentalmente synthpop con un sound molto gradevole. Ho trovato questa loro pagina dove potete ascoltare qualcosa: http://www.saxrecordings.com/?page_id=167


 (Rodolfo) Santandrea


Artista solista coadiuvato nelle sue realizzazioni da vari ed ottimi musicisti (anche da un mitico compositore quale Amedeo Tommasi). Fu certamente una delle figure più in vista di tutta la wave ravennate. Dopo gli esordi più pop wave (che lo portarono anche a Sanremo nel 1984, con la sua hit synthpop 'La Fenice') seppe ricavarsi un percorso musicale anche sperimentale (che lo accompagna nei suoi lavori ancora oggi). Rodolfo ha deciso di condividere gratuitamente la sua discografia su you tube: https://www.youtube.com/playlist?list=PLwPrn-_K3wgEFcB81faSFuqK7susIFbQr . Ve ne consiglio l'ascolto, i primi due album sono molto interessanti (soprattutto il secondo, dove sperimentò molto, fondendo musica antica con elettronica e suggestioni anche vagamente industriali e neo-folk).

Reverse


Gruppetto rock wave con buone basi post-punk ma decisamente dal sound rilassante e poco darkeggiante. Interessanti anche loro. Ecco una loro formazione: Luciano Berrazzoni basso, Francesco Malliani chitarra, Susanna Merri sax/voce/synth, Paolo Trioschi voce/tastiere, Enrico Montanari batteria, Daniele Tozzola.

Genitals


Quintetto piuttosto in vista all'epoca e che al tempo seppe lasciare più di una traccia: oltre alla compilation faentina riuscì a partecipare, sempre nella seconda metà degli anni 80, a due selezioni proposte dall'etichetta piemontese Snowdonia. Post-Punk nervoso e divertente.

Per ascoltare la presente compilation gironzolare sul blog Venus Plus On potrebbe non risultare vano...tipo qui:  http://venuspluson.blogspot.it/2011/09/aavv-cover-versioni-originali-dalla.html


Ecco, svolta tutta questa analisi, sarà rimasto qualche progetto di cui parlare? Certamente si...di un altro, in particolare, posso sicuramente cercare di narrarne un po'...trattasi dei protagonisti dell'allegato sonoro odierno........gli.......


ENTROPIA



Dirò subito però che purtroppo! sulla band protagonista dell'odierno inserto sonoro non dispongo di numerose informazioni (la foto anche, come vedete, è piuttosto rimediata..). Di sicuro partirono nel 79 (già con questo nome? probabile) e si ressero sulle sorti di uno dei più apprezzati (anche oggi!) batteristi ravennati: Davide 'Jimmy' Geminiani (lo stesso che avrebbe animato anche altre band punk/wave della zona: Le Zanzare Selvagge ad esempio, Imola 83-95). Alle tastiere nella formazione del presente demo Piero Patuelli, alla voce e al basso Alberto 'Zambo' Bertozzi e alla chitarra Angelino Dardi.
Gli Entropia erano originari di Lugo, una ridente cittadina ravennate, e cercarono di agganciarsi totalmente alle sonorità che provenivano da oltre-manica (magari interpretandole in uno stile personale, come fecero anche gran parte della band italiane di allora). Realizzarono un paio di demo in studio e fecero diversi concerti durante tutto l'arco della loro carriera. Stilisticamente il discorso musicale di questa ottima compagine rock puo' però essere diviso in due fasi: una prima parte più post-punk new wave (79-86) e una seconda più neo-prog o blueseggiante (87-92). Sul tubo trovate diversi brani del loro secondo periodo: https://www.youtube.com/channel/UC6uUpB5uVwo04Yg_Z1_Y8-g

Io qui vi propongo il loro demo del 1984, che testimonia la prima fase della band...

'NoNseNse' (1984)


NoNsenNse è un demo assolutamente interessante, forse abbastanza sfaccettato a livello stilistico. Le influenze furono certamente diverse (funky, synthpop, financo un po' di reggae) ma il sound risulta principalmente innervato di robuste strutturazioni post-punk (anche oscurette a volte). I brani che preferisco sono sostanzialmente tre: 'Tunnel', '1.9.8.4.' ed 'Electric Pleasures'. Nel flyer di questo lavoro è segnalata la presente formazione: Zambo voce e synth, Mao batteria, Orecchia basso e voci (nel brano '1984') e Jaffa chitarra e basso (sempre nel brano '1984')
Un lavoro energetico e a tratti molto suggestivo, che spero vi farà passare un buon fine settimana...

Description of the tape in english: today i'm glad to share a very good demo tape from the band Entropia, an underrated wave project from Riolo Terme (Ravenna - Emilia Romagna region). The sound is principally post-punk (brilliant post-punk in many passages !) but we can hear, here and there, other different influences: synthpop, funky, reggae (only in a song...). After this release the band will change style, following a new-prog road.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/nQlJmfslce/Entropia_demo1984.html


Il presente post lo dedico alla memoria di Cinzia 'Tracy Crazy' Sirotti dei S.I.B., recentemente scomparsa.

Saluti.